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sabato 25 aprile 2015

Capitolo 3 - La prima prova


Cap. 3
La prima prova

Erano lì riuniti. C’erano tutti.
Integra guardava dall’alto Ciel e Ciel restituiva lo sguardo con intensità. Erano tre minuti che stavano a fissarsi, ma si sa che il Master vince sempre.
Il conte abbassò lo sguardo, digrignando i denti. «Salve» mormorò tendendo una mano.
«Salve» disse Integra, restituendo la stretta e facendo pentire amaramente Ciel di avergli porto quella sua manina contuaria.
Proprio allora, Seras si accorse di qualcuno nella servitù dei Phantomhive.
Era un ragazzino non molto alto, con gli occhi bassi di un bel colore chiaro, i capelli biondi come i suoi. Era snello e i capelli sparati erano lasciati liberi a parte un ciuffo che veniva tenuto docilmente verso il basso da una piccola molletta rossa.
Osservò i lineamenti del giovane, e li fece suoi. Portava una maglietta larga, semplice e bianca, dei pantaloncini rossi e un cappello di paglia tenuto appeso al collo ma non indossato.
Il ragazzo alzò lo sguardo.
Proprio allora, Finnian si accorse di qualcuno nella servitù degli Hellsing.
Era una ragazzina non molto alta, rispetto al suo capo, che lo osservava con intensità. I suoi occhi erano grandi e rossi come il sangue, pieni di uno strano sentimento che Finnian sentiva di corrispondere. I suoi capelli erano biondi e ribelli come i suoi, ma sparati in tutte le direzioni. Era abbastanza snella, ma portava degli strani airbag sul petto. Ah!
Finnian comprese e ridacchiò nervosamente. Non erano esattamente degli airbag.
Osservò i lineamenti della giovane e li fece suoi. Indossava un completo giallino abbastanza aderente, con uno stemma rosso e nero con scritto sopra Hellsing. Sotto aveva una miniminiminigonna lunga circa quattro centimetri, probabilmente fatta con una cravatta di Walter riciclata e verniciata di giallo, che a ogni movimento lasciavano intravvedere le mutande. E ciò succedeva abbastanza spesso perché stava dondolando sul posto.
Entrambi distolsero contemporaneamente lo sguardo.
Se Seras fosse stata umana sarebbe arrossita, ma si limitò ad avere un’espressione imbarazzata.
Visto che Finnian era umano arrossì, assumendo un’espressione imbarazzatissima.
Tutti e due dondolavano sul posto senza spiccicar verbo.
Finnian avrebbe giurato di sentire il cuore battere all’impazzata, mentre Seras avrebbe scommesso che il suo cuore, seppure fermo, avesse avuto una specie di sobbalzo.
Gli sembrò di essere malati e si terrorizzarono, perché non erano mai stati innamorati. In realtà è una cavolata, per chi ha visto le serie animate Kuroshitsuji e Hellsing, ma soprassediamo.
Walter corrugò le sopracciglia e si affrettò ad andare da Alucard, perché era più vicino e il Master se avesse saputo una notizia simile si sarebbe arrabbiata e anche parecchio e avrebbe schiacciato i piedi a tutti per una settimana senza contare le squarta-mutilazioni che riusciva a infliggere.
Bard si sorprese e si affrettò ad andare da Sebastian, perché se lo avesse detto a Ciel la sua ira e il suo rancore lo avrebbero spinto a prendersela con tutta la casa e nessuno poteva fargli niente visto che Sebastian era dalla sua parte
«Sebastian-san?» bisbigliò Bard «Guarda là»
«Alucard?» mormorò Walter, indicando con un dito Seras «Guarda lì»
«Uhm?» fece Alucard
«Cosa?!» urlò Sebastian «Scusate» e detto questo si inchinò.
Entrambi i servitori demoniaci lanciarono sguardi fulminanti a i due che, però, non si accorsero di niente e continuarono a dondolare sul posto e a canticchiare o fischiettare a bassa voce, sentendosi ogni secondo più innamorati.
«Oh! Finny ha trovato l’amore!» bisbigliò Meirin a Bard, sorridendo felice. Poi fece il segno del pollice in alto a Finnian che lanciò un rapido sguardo di ringraziamento alla cameriera.
«Dio, che schifo» mormorò Walter «Innamorarsi del nemico»
«Non è la prima volta vero, chiccolino di ribes? E la signora “Biondo-Capello” te la sei già scordata?»
Arrossendo Walter si allontanò, bofonchiando qualcosa mentre Alucard sogghignava. In realtà la sua faccia non subì alcun cambiamento, visto che era sempre e comunque in quella maniera.
La signora “Biondo-Capello” era una ragazzina bella come una diva che Walter aveva incontrato al tempo delle sue avventure con Girlycard, ovvero la versione femminile e giovane di Alucard. Ma di questo parleremo più tardi e in maniera più dettagliata …
Al tempo, il giovane Walter e Alucard, erano su un aereo, quando si è presentata questa tipa, che come suggerisce il cognome (il nome non lo ha mai saputo nessuno) aveva lunghi, folti, lucidi e morbidi capelli biondi curati.
Per qualche strana ragione-coincidenza le piacevano soprattutto i maggiordomi. Walter si era innamorato e poco dopo si era scoperto che la signore Biondo-Capello era contro l’Hellsing e aveva posizionato una bomba all’interno dell’aereo. Faceva parte di un’organizzazione votata a ucciderli tutti. Ma la ragazza aveva offerto a Walter la possibilità di unirsi alla sua associazione, di sfuggire alla schiavitù che gli imponevano gli Hellsing. Walter era combattuto: non voleva essere come gli altri maggiordomi e tradire, seppure la proposta della signorina Biondo-Capello fosse attraente, e certo il suo istinto traditore di maggiordomo non aiutava.
Alla fine aveva detto a Girlycard di mangiarsi la signora Biondo-Capello mentre lui andava a disattivare la bomba. Poi si era sentito da schifo quando Girlycard gli aveva detto, compiaciuta “Hai perso ogni singola possibilità di riavere la libertà. Resterai per sempre un maggiordomo dell’Hellsing. Ma è così che si fa, bravo Waltino!”
Nel frattempo Seras si era decisa a fare il primo passo
«C-ciao. Io sono l’inutile Police gir… voglio dire Seras» disse insicura, avvicinandosi di un passetto
«Oh. Io sono Finny … voglio dire il giardiniere Finnian» disse altrettanto insicuro, non facendo altro movimento che non fosse quel dondolio ininterrotto da pendolo.
Silenzio imbarazzato.
Distolsero di nuovo lo sguardo l’uno dall’altra, e Finnian smise persino di fare il pendolino ipnotizzante.
«Sono le dodici e venticinque» commentò Sebastian.
Al resto dei presenti mancava solo la gocciolina da cartone animato che Freccina fece subito apparire sulle loro teste. In realtà quello di Sebastian era uno stratagemma per rompere l’atmosfera romantica da “primo-incontro-ma-amore-a-prima-vista”.
E funzionò. Seras e Finnian si allontanarono di scatto e tornarono ai rispettivi posti.
Meirin abbracciò contenta Finnian.
Seras abbracciò con umori ingarbugliati che non ci capiva un’acca neanche lei il suo Mastah che non replicò.
Solo allora la gente si accorse dell’obbrobrio in testa a Sebastian, quella specie di coso rosa e, per sua sfortuna, tutti capivano la parola “kawai”.
Seras guardò il coso poi si mise a ridacchiare. Finny la imitò.
Alucard indicò il maggiordomo, poi iniziò a ridere come un pazzo, contorcendosi e tenendosi la pancia come se le budella potessero scivolargli via. Sebastian rimase impassibile, nonostante nella sua testa si agitassero mille pensieri vampiricidi.
La risata del vampiro era strana, contagiosa, tanto che Walter e Seras proruppero per primi (essendo i più vicini) in risate del tipo “sto-morendo-dalle-risate-XD”, ma la risata si propagò come la peste e a turno Finnian, Meirin, Bard e Ciel (si, persino l’orbo) e la Freccina scoppiarono e iniziarono a ridere. Gli unici che non sghignazzavano in preda a spasimi erano gli impassibili Sebastian e Integra e poi c’era l’offesissima Elizabeth che esprimeva la sua indignazione urlando.
«Non è vero che è ridicolo! È kawaaaii!» disse con enfasi e passione l’ultima parola come se stesse parlando del suo innamorato «E dona molto alla carnagione pallida di Sebby» ulteriori risate «E da un tocco di colore e kawaietà alla sua divisa schifosa da cornacchia. Vero Shieru?»
“Shieru” si stava ammazzando dalle risate, additando Sebastian che stava immobile e eretto come una statua.
«Shieru!» singhiozzò Elizabeth «Prima mi dici che sono un cesso e poi ridi delle cose kawaaii!AHHH!» urlò e iniziò a piangere a dirotto. Sebastian e Integra stavano eretti in mezzo alla folla che si contorceva.
Integra si lasciò contagiare in parte, perché un angolo della sua bocca si alzò, mentre Sebastian stava fermo. Era normale che non ridesse di se stesso, ma fosse preda dello sconforto.
L’angolo della bocca di Integra si abbassò, e a questo segno tutta la sua fazione e la Freccina ammutolirono, mentre le risate altrui si spensero a poco a poco. Senza Alucard a ridere, non era più così divertente.
Freccina iniziò a disegnare delle parole in aria. Non che lei si muovesse, semplicemente apparivano
“Dov’è la presentatrice-autrice del reality?Che salti subito fuori!”
Finnian e Seras sbatterono le palpebre in modo ipnotico mentre guardavano le scritte formatesi in mezzo alla stanza.
«Sta per arrivare» esclamò una vocina dal centro della stanza «Non temete. Miauen!»
«No!Ci mancava solo Schrödinger!» urlò Seras
«Io non manco mai» disse il cat-boy, quasi incredulo, girando la testa verso Seras mentre le sue orecchi scure e vellutate da felino avevano piccoli scatti «Io sono dovunque e da nessuna parte. Giusto, Alu? Dovrete convivere di tanto in tanto anche con me. Ma non vi preoccupate, ho anche io qualche hobby. Ogni tanto vi lascio in pace. Ho conosciuto una ragazzina simpatica, com’era che si chiamava … ah, Lucrezia! Gli piacciono le mie orecchie» le imputate ebbero un nuovo fremito, poi si piegarono sul capo del cat-boy nazista.
Era un ragazzino qualche centimetro più basso di Seras, magro ma non propriamente sciupato. Il capo quasi rotondo era sormontato dalle famose, scure e vellutate orecchie da gatto. Erano circondate dai capelli, biondi e arruffati come se qualcuno vi infilasse giornalmente le dita e tendesse a scuotergli la testa. Gli occhi erano grandi, di una specie di fucsia rosseggiante e sormontavano un naso piccolissimo e insignificante. La bocca era abbastanza comune, se escludiamo il fatto che i canini (un cat-boy con i canini! XD) fossero piuttosto pronunciati rispetto al resto della dentatura.
Aveva vestiti leggeri, militari. Le mani, non esattamente grandi, erano coperte da leggeri guanti bianchi. La parte superiore era una specie di camicia di un colore fra il senape e il verde chiaro, con due taschini sul petto. Sopra vi era annodata una cravatta nera e su una delle sue maniche quella del braccio sinistro un risvolto rosso con una svastica nera fatta con perizia.
A sostenergli dei pantaloncini corti, larghi e neri, c’era una bella cintura di pelle del medesimo colore. Indossava delle calze grigie (non si capisce se per lo sporco o se fosse il loro colore naturale) coperte per buona parte da delle scarpette marroni e comode.
Era vestito con abiti leggermente larghi per uno come lui, ma sembrava ormai averci fatto l’abitudine.
Era un ragazzino-gatto invadente e rompiscatole che arrivava al momento sempre più inopportuno, per colpa sua Alucard una volta era persino ri-morto!
Un cat-boy nazista al servizio del Millennium (nazi, nazi, tanti nazi) che non sapeva farsi gli affari suoi e che, chissà come mai, era amico del Capitano.
Cosa più importante: riusciva ad arrivare al momento più inopportuno perché era dovunque e da nessuna parte. È difficile da spiegare … diciamo che era in qualunque posto però si mostrava in uno in particolare perchè gli interessava di più. Bastava che lui volesse essere in un posto ed era lì. Per questo era rompiscatole.
Post Scriptum. Si, è proprio dovunque. Anche nelle vostre mutande in questo preciso istante.
«Ti porto i saluti dal Capitano!» urlò allegro, poi si alzò (era nella posizione del loto prima) e si allontanò dirigendosi verso la porta canticchiando sottovoce
«You’re my honeybunch, sugarplum, pumpy-umpy-umpkin, you’re my sweetie pie, you’re my cuppycake, gumdrop» si imbrogliò e iniziò a dire un mucchio di cavolate, fino a quando non riprese il controllo della canzone e urlò a squarciagola «Because you are so deaaaar!» e svanì nel nulla.
Silenzio attonito.
«E adesso che si fa?» domandò Walter.
«Aspettiamo chi ci deve dire cosa dobbiamo fare» Rispose Alucard, con semplicità
Cinque minuti dopo Integra e Ciel erano sdraiati su due lettini morbidissimi da principi e si facevano sventolare dai loro servi con enormi ventagli di piume di tacchino bianco irlandese femmina di due anni di età lavorate con un disegno ad alveare, né più né meno.
Integra fumava sigari spessi come un pollice, Ciel si sbafava i dolcetti deliziosi preparati da Sebastian.
La grande stanza era attorniata di altoparlanti e da questi uscì la voce della misteriosa conduttrice
«Benvenuti» disse «E scusatemi del ritardo, ma ho avuto urgenti questioni da sistemare. Questa è la prima delle trecentosessantacinque prove che dovrete affrontare e non sarà particolarmente difficile, ovviamente. Per mettervi a vostro agio, non sarà imbarazzante né vi farà sudare come dei maiali in un giorno di Agosto messi sotto il sole senza possibilità di riparo. Si tratta di una semplicissima sfida di quesiti volta a saggiare le vostre conoscenze. Bene, ogni squadra scelga il suo concorrente!».
L’Hellsing si riunì da un lato della stanza, la famiglia Phantomhive dall’altro. Ovviamente la riunione dei Phantomhive si sciolse poco dopo, lasciando venire avanti il maggiordomo, alla quale era ricresciuta miracolosamente la punta del naso e si era tolto dalla testa la fascia rosa. L’Hellsing si prese più tempo, la scelta avrebbe dovuto essere ben ponderata: era importante fare una buona impressione sin dalla primissima prova.
«Mastah!» Disse Seras, alzando la mano «Posso partecipare io?»
«No, Seras» Alucard scosse la testa con gravità «Sei troppo stupida per questo»
«Mi ha chiamata con il mio nome, il Mastah!»
«Si, brava, brava, adesso stai in silenzio»
«Posso provare io» si offrì volontario Walter «Sono un maggiordomo, ci sono molte domande di cultura generale che sono tenuto a sapere, giusto?»
«E se fanno una domanda di storia?» suppose Alucard, sollevando un solo sopracciglio «Chi meglio di me potrebbe rispondervi?»
«Ah davvero? Quando fu scoperta l’America?»
«Ehm … ah … ehm …» Alucard si guardò i piedoni con imbarazzo «Non lo so»
«Ecco, sei un ignorante. Lasciate che vada io» il maggiordomo si battè il petto con un piccolo pugno chiuso «So di potercela fare»
«D’accordo» acconsentì il Master supremo, togliendosi di bocca il sigaro «Vai Walter. E ricordati che non devi fallire».
Walter uscì baldanzoso dal gruppo e si avvicinò a Sebastian. Ai loro piedi, sul pavimento, si aprirono due botole dalla quale fuoriuscirono due colonnine di legno con in cima un pulsante rosso.
«Bene» La voce della presentatrice tornò a farsi udire «La vostra scelta è certa?»
«Si» entrambi annuirono con decisione, maggiordomi fieri sino in fondo
«Allora inizieremo immediatamente con le domande. Chi dei due conosce la risposta non ha che da premere il pulsante rosso di fronte a se, il quale modificherà il punteggio del tabellone appeso sopra l’entrata della casa. Dopo aver premuto il pulsante rosso, dovrà rispondere correttamente, altrimenti perderà un punto».
I due contendenti si prepararono, sospendendo le dita sopra il pulsante, i muscoli delle braccia tesi, pronti a scattare, e le corde vocali già calde per urlare la risposta.
«Di cosa vi sto parlando se vi dico “bufo bufo”?».
Sebastian si prenotò per primo, con grande disappunto di Walter, che come umano era comunque più lento
«Lo so» disse, la voce argentina «Si tratta di un rospo»
«Risposta esatta, uno a zero per Sebastian. Bene, adesso la seconda domanda … Cosa si intende per bit?».
Sebastian era sconcertato, non aveva idea di cosa fosse un bit. Conscio di questo fatto, Walter si prese un paio di secondi di tempo per sogghignare malignamente prima di premere il pulsante rosso
«Si tratta dell’unità fondamentale per la misurazione nella grandezza dei file informatici, semplicemente composto da uno zero, ovvero nessun impulso, o un uno, impulso»
«Ottima risposta, Walter!» la voce della conduttrice era allegra «Uno a uno maggiordomo contro maggiordomo! Bene, allora la terza domanda … in cosa si evolve pupitar?».
I due maggiordomi si guardarono, cercando la risposta uno negli occhi dell’altro. Se solo avessero saputo cosa fosse un pupitar! Sebastian pensò di usare il proprio intuito e premette il bottone rosso
«Una farfalla?»
«Risposta errata! Walter, tu lo sai?»
«Ehm …» il maggiordomo dell’Hellsing ebbe un flash improvviso.
Ma certo, pupitar! Doveva essere uno di quegli assurdi pupazzetti colorati che lanciavano scintille con cui Alucard giocava tutto il pomeriggio, attaccato al game boy riverniciato rosso e nero, quei cosini che chiamavano Pokèmon.
“Ti prego” Implorò mentalmente, chiudendo gli occhi “Ti prego Alucard, in cosa si evolve pupitar?”
“Tyranitar”.
Il sorriso di Walter si fece largo e radioso quando disserrò le palpebre
«Tyranitar, ovviamente» disse con nonchalance, come se fosse una risposta facilissima.
Ciel Phantomhive prese una scarpa di legno di baobab e la lanciò in testa a Sebastian
«Stupido idiota! Come facevi a non sapere una risposta così facile?»
«Perdonatemi, Bocchan …» Sebastian abbassò lo sguardo, poi raccolse la scarpa di legno e la rimise al suo padroncino, mentre sulla testa gli cresceva un bernoccolo.
La voce della presentatrice risuonò ancora, allegra
«Bene, allora stiamo due a zero per l’Hellsing. Quarta domanda per voi! Preparatevi bene …» ci fu una pausa che parve infinita in cui i tendini delle dita dei due concorrenti sembravano volersene andare per i fatti propri per quanta tensione vi si era accumulata « … Chi è Lilith?».
Sebastian scattò, colpendo con il palmo della mano il pulsante, terrorizzato dall’idea di sbagliare un’altra risposta
«Lilith» disse, mantenendo comunque il suo contegno «È un demone che risale alla tradizione mesopotamica, ripreso poi anche dalla tradizione ebraica e rivisto un chiave moderna più volte. Si tratta di colei che fu la prima moglie di Adamo, ma fu cacciata dal suo paradiso perché voleva ergersi sopra suo marito. Si associa spesso anche alla figura del primo vampiro, un demone notturno che visitava i giovani, specificatamente se si trattava di vergini, per nutrirsi di loro. Terribilmente potente e bellissima, si dice che nessun umano possa resistere al suo fascino»
«Molto esauriente! Bene, due a uno con l’Hellsing ancora in vantaggio ma la possibilità di recupero da parte della famiglia Phantomhive»
Walter digrignò i denti.
«Vai Waltah-san!» urlò Seras.
«Vai Sebastian-san!» urlò Finnian, con l’eco degli altri due servi di casa Phantomhive.
Seras si corresse allora con enfasi
«Vai Sebastian-san!».
Alucard ebbe un impercettibile tremolio della mascella con conseguente digrignamento dei denti. Avrebbe probabilmente voluto uccidere Seras, balzarle addosso per spezzarle una ad una tutte le ossa. Simpatizzare con il nemico! Tradire la propria famiglia, la propria associazione, coloro che le avevano permesso di continuare ad esistere! Non era giusto, ma Alucard sapeva che non sarebbe stato neppure giusto uccidere Seras adesso, eliminando così un membro della propria stessa squadra. No, lui non avrebbe tradito così facilmente …
«E adesso la quinta e ultima domanda!» La voce della conduttrice era sfumata di un tono quasi sadico, evidentemente nascondeva una sorpresa «Parlatemi dell’axolotl».
Silenzio. Walter era fermamente convinto che Sebastian non potesse conoscere un’axolotl, ma anche Sebastian era fermamente convinto che quel povero mortale di Walter non fosse abbastanza colto da conoscere il mitico Axolotl. Entrambi sogghignarono e si guardarono, perdendo tempo. Poi, entrambi, videro la sicurezza sul volto del nemico e si preoccuparono: le loro facce assunsero la stessa identica espressione all’unisono e le loro mani scattarono. Peccato che Sebastian, demone maggiordomo, fosse tanto veloce da non potersi vedere …
«L’axolotl, o ambystoma mexicanum, è un anfibio ormai in pericolo di estinzione originario del Messico, in particolare del lago Xochimilco. La sua particolarità sta nella sua capacità di riprodursi allo stadio giovanile, una caratteristica che viene denominata neotenia, in pratica non compie mai la metamorfosi che lo porterebbe ad essere una salamandra» Rispose rapidamente il maggiordomo di casa Phantomhive, compiaciuto nel vedere il volto oscurato di tristezza di Walter «Inoltre l’axolotl possiede capacità rigenerative fuori dal comune, tali da poter essere riscontrate solo in esso fra tutti i vertebrati. Capace di rigenerare le ossa, l’intera coda e persino il sistema nervoso centrale, ineguagliabile persino fra gli anfibi …»
«Ottimo lavoro, Sebastian-san!» urlò Finnian, con gli occhi che brillavano, mentre la servitù saltellava di gioia
«Ovvio» intervenne Ciel Phantomhive, mettendosi una mano sotto il mento «Lui è il mio maggiordomo, è normale che debba saper fare questo e molto altro».
Sebastian, onorato di tanta fiducia, si inchinò fin quasi a terra, poi si rialzò per ascoltare la prossima domanda. La conduttrice aveva detto che la quinta sarebbe stata l’ultima domanda, perciò …
«Si passa allo spareggio! Chi di voi saprà rispondere correttamente al prossimo quesito farà in modo che sul tabellone della propria squadra appaiano i primi due punti dell’anno! Ricordiamo, questa sfida vale due punti! Bene, ecco l’ultima domanda: come va rivolto il coltello rispetto al piatto, secondo le regole del galateo?».
Sebastian praticamente saltò e atterrò in piedi sul pulsante sopra la colonnina
«Si!» gridò, sollevando un braccio al cielo con fare teatrale «È buona regola rivolgere l’affilatura della lama verso il piatto!»
«E la sfida la vince Casa Phantomhive!»
«Io lo aaaammmazzo!» ululò Alucard, marciando impettito e veloce verso Sebastian «Lo storpio a vita! Gli attorciglio le gambe intorno al collo e quel suo stupido coltello dalla lama rivolta verso il piatto glielo ficco …»
«Alucard!» lo redarguì Integra
« … Su per il naso! Almeno vediamo se gli si allarga, visto che ha lo spessore di un’unghia!»
«Alucard» proseguì Integra «Ha vinto lealmente, sarebbe un disonore per l’Hellsing se ce la prendessimo per così poco. Stai a cuccia»
«Certo Master» Alucard si sedette e si rannicchiò «Ma prima o poi, quando ci sarà una prova di lotta libera, gli farò una tombstone piledriver … sopra il coltello dalla lama rivolta verso il piatto. Verso il suo volto piatto, con il naso piatto, con gli occhi piatti, con le labbra piatte e gli zigomi piatti»
«Mastah!» gridò Seras, senza apparente motivo, poi si zittì.
Walter trascinò mestamente i piedi verso la sua fazione
«Ho fallito» disse, sollevando appena lo sguardo
«Non fa niente, Waltah-san» lo consolò Seras, battendogli una pacca amichevole sulla spalla
«Ti picchio, Walter» lo avvertì Alucard, con rabbia «Ci hai fatto perdere la prima prova, fot …»
«Mastah!» Seras gridò «Non dire parolacce!»
«Fo tutto io, come sempre, la prossima volta vado io!»
«Perdonami, Alucard» Walter si trascinò ancora verso la sua stanza, profondamente giù di morale.
Seras lo guardò allontanarsi con la mano messa sugli occhi, come se dovesse proteggersi dal riverbero del sole
«Povero Waltah-san» come al solito Seras non riusciva a pronunciare la sillaba er, prontamente sostituita da ah, ma aveva comunque un grande cuore, anche se era ben nascosto.
Alucard si alzò in piedi
«Mi sembra che sia ora di cena»
«Si» Integra confermò, alzandosi anche lei dal comodo lettino di pelle «Andiamo a mangiare»
«Sono le dodici e trentotto» disse Sebastian, guardando il suo orologio da tasca «Non credo che sia l’ora di cena»
«Sarà pranzo» ringhiò Alucard «E non è un disonore per l’Hellsing se ti divoro, giusto? Ho solo fame …»
«Andiamo a mangiare» con il solito contegno, Sebastian fece strada verso la stanza da pranzo.

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