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mercoledì 15 luglio 2015

Capitolo 9 - Seconda prova: triathlon casalingo

Cap. 9
La Seconda prova - triathlon casalingo

Mattino invernale, l’alba. Immaginate voi una casa vuota e buia ed i raggi del sole che penetrano dalle finestre aperte ed enormi, inondando rossicci il mobilio pesante ed antico.
Immaginate di aprire gli occhi lentamente, il corpo ancora caldo di sonno sotto le coperte pesanti. La giornata è tutta davanti a voi, potete fare tutto ciò che volete. Immaginate di vedere le ombre che si rimpicciolivano e il trionfo dell’oro che si lanciava sulle pareti, la luce che distruggeva le tenebre della lunga notte invernale.
Questo era quello che provava Integra quella mattina, svegliandosi. Ancora insonnolita guardò l’alba. Poi udì l’urlo, quell’urlo che non credeva di dover più sentire … era disperato.
Era il suo vampiro, Alucard, che in teoria non doveva avere paura di niente, e che invece si stava sgolando terrorizzato.
«Master! Master! Master!» Alucard cercò di aprire la porta, ma la stanza di Integra era chiusa a chiave.
Tremando vide la luce che serpeggiava sul pavimento, cercando di raggiungerlo, e le sue mani forzarono il pomello della porta
«Master!» gridò ancora, poco prima di buttare giù la porta.
Sapeva bene che quello che aveva appena fatto era un crimine di gravità assoluta, qualcosa che nessun’altro membro dell’associazione Hellsing avrebbe anche solo mai potuto pensare di fare. Aveva appena violato la camera sacra del master Integra! Aveva appena distrutto la calma del sonno di lei! Sarebbe stato di sicuro fatto a striscioline … ma meglio ridursi a striscioline per mano del Master che venire sconfitto da qualcos’altro che si avvicinava insieme all’alba e alla canzone … quella canzone orribile …
Integra scattò a sedere sul materasso
«Alucard!» ruggì «Hai buttato la porta!»
«Master!» il vampiro si infilò nel letto di Integra e si rannicchiò «Master!».
Integra sospirò, seccata
«Che ti succede? Tu non hai paura di niente … che diavolo ti è successo?»
«L’alba!»
«Se non erro tu non dovresti avere paura del sole, l’Hellsing ha fatto in modo che esso non ti colpisse, sei stato modificato geneticamente perché tu fossi il migliore. Non devi temere l’alba! E ora subito giù dal mio letto!»
«Ma Master!» Alucard si coprì la bocca con il lenzuolo, tirandoselo fin sotto il naso affilato «C’è di nuovo quella canzone orribile!»
«Quale canzone?»
«Quella del re leone!»
«Si, lo so» Integra si alzò dal letto «L’ho notato. La hanno trasmessa gli altoparlanti che sono presenti giù in cucina … è un modo per darci la sveglia. Non avrai mica paura?» con queste parole sperava di stuzzicare il lato impavido e fiero del vampiro, ma Alucard si coprì completamente la testa con il lenzuolo
«Peggio, vado nel panico» mormorò, con la voce soffocata «Proteggimi!»
«Dovresti essere tu a proteggere me, ragazzo!» Integra sollevò un indice ammonitore, poi, quando si accorse che il suo vampiro non poteva vederlo, afferrò la coperta e la tirò via «Vieni fuori da lì, non ti succederà niente, è una promessa»
«Va bene, Master» Alucard si acquietò immediatamente e si alzò con calma.
Integra lo colpì con un pugno dietro la testa
«E non fare mai più una cosa del genere!» disse «Non sei un bambino ed io non sono più una bambina»
«Peccato» Alucard inclinò la testa da un lato in una maniera che avrebbe dovuto essere tenera, ma che rimaneva truce «Adoravo quando, da piccola, volevi dormire insieme a me»
«Nella vita si cambia» Integra sospirò «Adesso è meglio che scendiamo. Io devo fare colazione … tu puoi anche andare a dormire, anzi. La cosa migliore che puoi fare è riposarti»
«Ah. Posso prendere la tua coperta?»
«Perché?»
«C’è il tuo odore sopra … se non sento profumo di casa non riesco ad addormentarmi e in questa casa è tutto così nuovo …»
«Prendila pure, se ti aiuta»
«Grazie» Alucard iniziò a tirare via il lenzuolo blu dal letto del suo master mentre Integra scendeva, così com’era, al piano di sotto. Non le importava di essere spettinata o ancora in pigiama, se qualcuno avesse osato dire qualcosa a proposito del suo aspetto lo avrebbe con tutta probabilità mutilato, non importava quanti punti sarebbero costati alla sua squadra.
In cucina c’erano già quelli di casa Phantomhive, la colazione, tutta a base di appetitosi dolci glassati e thè forte, era stata servita. Gli altoparlanti si erano zittiti, ma in compenso Sebastian canticchiava con voce deliziosa e sommessa, riempiendo l’aria di una musica soave.
Integra prese un dolce dal piatto di Ciel e iniziò a rosicchiarlo piano mentre il bambino la guardava con l’unico occhio spalancato di indignazione.
Poi, all’improvviso, gli altoparlanti si animarono
«Benvenuti in questo nuovo giorno! Ed eccoci finalmente a quella che sarà la seconda delle vostre trecentosessantacinque prove. Oggi ci sarà una prova molto speciale!»
«Alucard!» disse Integra, sicura che il vampiro, ovunque fosse, fosse obbligato ad obbedirle «Vieni giù, oggi la prova si fa di mattina».
Alucard comparve dalle scale abbracciato al lenzuolo come Linus con la sua coperta portafortuna
«Eccomi» disse, tutto fiero, mentre la servitù dei Phantomhive non osava ridere nonostante l’assurdità della scena, terrorizzati da un’eventuale reazione di Alucard.
Sebastian smise di canticchiare e la voce che veniva dagli altoparlanti aumentò di volume
«Che si radunino tutti!» gridò «Forza, forza, forza! Svelti … la prova di oggi sarà una prova di abilità che vale ben sei punti! Chi la vincerà porterà ad un buon vantaggio la propria squadra, quindi cercate di dare il meglio di voi stessi!»
«Sicuro» disse Walter, sbucando, già perfettamente ordinato e pettinato, dalla cucina, mentre Seras arrivava rotolando per le scale e urlando, un pò di dolore, un pò per farsi notare.
«Bene» Continuò a spiegare la voce «Come state, ragazzi della casa del grande macello?»
«Dormito male» disse Bard, sfregandosi le palpebre «Mai stato peggio. C’era Vegeta super sayan che urlava “big bang attack”»
«Vegeta?» la voce della conduttrice era sorpresa «Come sarebbe a dire?»
«Un videogame» spiegò il cuoco dei Phantomhive
«Chi è stato ad introdurre abusivamente un videogioco nella casa? Chiunque sia stato farà perdere un punto alla propria squadra per cattiva condotta … e se non confessa subito basterà rivedere i filmati per scoprirlo e allora la punizione per cattiva condotta verrà raddoppiata».
Alucard alzò la sua enorme mano inguantata timidamente, mentre Integra lo trafiggeva con lo sguardo e si preparava a trafiggerlo in maniera fisica.
La voce della conduttrice risultò piuttosto interessata
«E come avresti fatto ad introdurre una play station, se di questa si trattava, senza che nessuno se ne accorgesse?»
«Ehm …» Alucard afferrò uno dei lembi del suo impermeabile, quasi con dolcezza «Il mio giubbotto è piuttosto largo … capiente, insomma …»
«Fammi capire: sei riuscito ad introdurre una consolle così grossa infilandotela sotto al giubbotto?»
«Esatto»
«Bene. Un punto per la mente geniale»
«Eh?» Alucard parve di nuovo drizzarsi del tutto, sollevato e sorpreso «Come sarebbe a dire, non avrei dovuto perdere un punto per cattiva condotta?»
«Una trovata del genere, applicata in maniera tanto egregia, merita niente meno che una premiazione, a patto però che tu non utilizzi più la play station per disturbare la pubblica quiete durante le ore notturne. In tal caso non solo ti verrà revocato il premio, ma verrà proposta anche una sanzione disciplinare piuttosto grave»
«Troppo gentile con me» Alucard sorrise felice, in pratica sollevò di mezzo centimetro gli angoli del suo sogghigno perenne
«Di nulla …» la voce della presentatrice cambiò tono, da severa che era diventata si fece allegra, più leggera «Bene ragazzi, la prova che oggi affronterete riguarda la vostra abilità nelle faccende domestiche»
«Io sono bravissimo a scopare» disse Alucard, battendosi fiero il petto «Ho passato tutto il pomeriggio di ieri a provare»
«Ehm … bravo. Ma si tratta di un altro genere di prova, diciamo pure che si tratta di una specie di triathlon della brava casalinga, anche se dubito che saranno le ragazze a impegnarsi più seriamente in questa prova … ma dovrete partecipare tutti, la prova non varrà se impiegherete uno solo dei vostri membri, ma potete sempre lasciare da parte i componenti incapaci della squadra».
Ovviamente Sebastian schioccò un’occhiata eloquente sia a Bard che a Finnian, escludendo Meirin solo perché dei tre era la meno disastrosa. Quanto a Walter, lui credeva che persino Seras, distruttiva com’era, avrebbe potuto essere utile, perciò si limitò a stringersi nelle spalle e guardare verso il grande tabellone luminoso dei punti che segnava 2 a 1 con Casa Phantomhive attualmente in vantaggio.
La voce che proveniva dagli altoparlanti continuò con enfasi
«Troverete dei panni sporchi nella stanza numero ventiquattro, ovvero in fondo al corridoio principale. Questi sono divisi in due mucchi: voi dovete portarli nella sala delle vasche, o lavanderia se meglio vi aggrada, e lì dovrete lavarli, dopodiché stenderli in terrazza ed infine dovrete stirarli. Chi finirà nel tempo più breve, pur avendo portato a termine un lavoro decente, finirà. Ehm … vincerà. Buona fortuna. La prova avrà inizio fra … tre, due, uno … via!».
Walter e Sebastian iniziarono a correre all’unisono, ma Sebastian si dimostrò notevolmente più veloce, raggiungendo quasi immediatamente la grande stanza nella quale erano ammucchiati i panni sporchi. Con un gesto rapidissimo, il maggiordomo dei Phantomhive si caricò sulle braccia esili tutti i vestiti e poi sfrecciò alla ricerca della stanza delle vasche.
Walter arrivò per secondo e si stupì della grande, enorme, quantità di roba da lavare: non sarebbe mai riuscito a portarla indietro tutta in una volta, mentre, a quanto pareva, Sebastian era dotato di una super forza che gli aveva permesso di portare via tutto.
Alucard raggiunse Walter con la sua calma
«Bleah» commentò, mostrando per un istante la lingua rossa e spessa, dall’estremità appuntita come quella di un rettile «Almeno i panni potevano darceli un pò più puliti … guarda questa macchia … sembra vomito, vero? Forse è vomito …»
«Alucard, non c’è tempo per fare gli schizzinosi!» Walter indicò il mucchio floscio di panni «Prendili tutti e seguimi!»
«Oh … ok» il vampiro afferrò la catasta con una bracciata ampia e poi, sporgendo di tanto in tanto la testa da dietro quella specie di piramide, seguì Walter di corsa.
Il maggiordomo dell’Hellsing sapeva già benissimo dove si trovava la stanza delle vasche, il pomeriggio precedente si era lavato i vestiti, e sperava che questo potesse essere un punto a suo favore, ma con sommo dispiacere scoprì che Sebastian era arrivato prima di lui e stava già lavorando alacremente in uno dei grandi contenitori a sinistra, aiutato da Meirin che di volta in volta gli porgeva i panni.
«Presto!» Gridò Walter, preso dalla foga della competizione «Posa gli abiti a terra e passamene uno. Mentre sto lavando il primo vestito, vai a chiamare Seras, poi correte velocemente qui! Seras ti sostituirà nel compito di passarmi i vestiti e ogni volta che finirò di lavarne uno lo darò a te, che andrai a stenderlo in terrazza e poi tornerai giù»
«Chiaro come l’acqua» Alucard afferrò un grosso grembiule taglia extra extra large, con un disegno a pulcini rosa, e lo mise in mano a Walter, poi scattò via verso la sala principale per chiamare quell’incapace della Police Girl.
Integra guardò interrogativamente Alucard
«Che succede?» gli chiese «Perché sei tornato indietro?»
«Walter ha bisogno dell’agente» indicò Seras Victoria «Andiamo piccola, devi venire con me»
«E io?» Integra sembrava irritata dal fatto di non essere stata inclusa nella prova, anche se con tutta probabilità, nel caso in cui le avessero chiesto di lavorare, si sarebbe sdegnosamente rifiutata di fare quello che di solito fa la servitù
«E tu …» Alucard si grattò una tempia con il dito medio «Beh … Master, puoi fare ciò che vuoi. Per me non c’è nessun … ehi! Io devo fare la spola dalla stanza delle vasche alla terrazza, tu puoi aspettarmi in terrazza e stendere i panni mentre io torno sotto e prendo i vestiti appena lavati!»
«Sai … » Integra decise di non rifiutarsi di lavorare, le piaceva quest’idea del gioco di squadra, anche perché in questo modo avrebbero potuto letteralmente stracciare Sebastian che lavorava solitario « … Penso che sia una buona idea. Ti aspetto su in terrazza»
«Ti ringrazio di cuore!» Alucard prese per mano Seras e la trascinò nella stanza delle vasche, prese il vestito che Walter, nel frattempo, aveva accuratamente smacchiato con due chili di Vanish Oxi Action e si fece di corsa due rampe di scale per arrivare in terrazza.
Con sua somma sorpresa, Integra era già lì: come aveva fatto ad arrivare così in fretta, non era sempre e comunque un essere umano? Uhm … c’era qualcosa che non andava in tutto questo, anche se Alucard, sul momento, non seppe dire cosa …
«Ecco Master» le tese il vestito pulito «Mettilo ad asciugare!»
«Perfetto» Integra afferrò il grembiule e lo esaminò con occhio critico mentre Alucard schizzava di nuovo giù per le scale e prendeva in consegna un nuovo vestito da Walter.
Il sole, nonostante fosse un giorno di dicembre, picchiava terribilmente e i vestiti stavano iniziando ad asciugarsi. L’Hellsing si affidava ad un alacre gioco di squadra, calcolando al secondo i tempi, mentre il povero Sebastian, sapendo bene di non potersi fidare di quegli incapaci della servitù, doveva fare tutto da solo e ottimizzare i propri tempi evitando che Meirin cadesse nella vasca.
Per di più, il povero maggiordomo dei Phantomhive, aveva dietro di se il suo padroncino che lo colpiva di tanto in tanto con il bastone
«Più svelto! Più svelto Sebastian!» urlava, in un crescendo che talvolta raggiungeva picchi di acutezza tali da risultare isterici.
Certo, Sebastian aveva il bonus di aver cominciato prima, ma a quanto pare l’Hellsing stava recuperando.
In effetti, Ciel non si rendeva conto che picchiare il maggiordomo non aiutava più di tanto, visto che il suo corpo ne risentiva. Fra, l’altro, Meirin non era buona neanche a porgere i panni, visto che ogni volta che ne prendeva uno per passarlo a Sebastian lo faceva cadere urlando e poi si chinava a raccoglierlo e glielo dava con timore reverenziale, arrossendo e perdendo sangue dal naso, così macchiando i panni già sporchi e perdendo tempo prezioso.
L’Hellsing, al contrario, era riuscita grazie al suo gioco di squadra a riguadagnare parecchio tempo, e il ritmo andava facendosi via via più frenetico. Walter lavava a velocità record i panni che passava a Seras che, nonostante fosse un’imbranata Police girl, riusciva a passare rapidamente e con successo al Master gli abiti che sfruttava la sua rapidità di Nosferatu per darli a Integra che non doveva fare altro che appenderli in terrazza e il Sole pensava al resto.
La montagna di panni era ancora presente dal lato dei Phantomhive, seppure dimezzata, mentre andava a mano a mano svanendo dal lato degli antagonisti. Walter era estremamente felice di potersi rifare e battere lo stecco vivente e dimostrare chi era il maggiordomo migliore in quella casa. Seras, dal canto suo, voleva farla pagare a Sebastian di aver scartato Finnian e rendere felice il Master delle sue prodezze.
«Prendi panno, dai. Prendi panno, dai. Prendi panno, dai» ripeteva meccanicamente mentre svolgeva la sua parte.
Alucard era spinto, anzi, travolto, dallo spirito di competizione che lo spingeva ad andare più veloce del normale e Integra … bhè, Integra stendeva i panni e si divertiva. Perché c’era il Sole. Tutti gli Hellsing adorano il Sole. Integra non si diverte mai quando il Sole non c’è.
La montagna di panni diminuiva … Sebastian era disperato e cacciò via Meirin, pensando di poter fare tutto da solo, ma …
Le altoparlanti trasmisero la soave, ricca di significato, inconfondibile musica di “Gradus Vita”…
… ma nella fretta prese quello. Quel panno. Era strano, diverso dagli altri … no, non era a chiocciola. Era rosso. Vi chiederete: cosa c’è di strano in un panno rosso? Semplice. Non aveva messo nella vasca il “Cattura-colore”, visto che in casa non c’era, e non poteva mischiare i bianchi con i colorati.
Nonostante fosse un “diavolo di maggiordomo” non si accorse di ciò e infilò tutto nella vasca, perché, per andare più veloce, aveva iniziato a lavare i panni a tre a tre. Poco dopo tirò gli abiti e li trovò meravigliosamente morbidi al tatto, smacchiati e profumati. Unico problema: erano tutti di un uniforme, stucchevole, rosa “Lizziano”. Poco ci mancò che il maggiordomo iniziasse a urlare come una femminuccia davanti a un gigantesco mostro (Alucard), ma non poté trattenersi dall’esclamare «Diavolo mio!» e mettersi le delicate mani da pianista fra i capelli corvini, mentre i panni si afflosciarono sul pavimento. Sperando che la giuria non se ne accorgesse, li prese e velocemente andò a stenderli sul terrazzo mentre Integra gli lanciò uno sguardo divertito con la coda dell’occhio. Rosa. Persino le piccole camice da notte di Ciel erano di un rosa confetto.
Quando tornò di sotto, con la sua fulmineità di demone, vide qualcosa che lo lasciò spiazzato.
Vide lo sguardo malandrino di Walter lanciargli un’occhiata, vide le sue mani passare un panno, perfettamente pulito e profumato, alla disastrosa Seras che per quanto disastrosa fosse diede al Master il capo d’abbigliamento che sogghignando corse via. In realtà non sogghignò affatto, non si accorse neppure della faccia da “OMD” (Oh My Devil) di Sebastian, è solo che aveva la famosa paralisi facciale.
Poi Sebastian si sconcertò nel vedere l’assenza, segnalata anche dalla dispettosa Freccina, di panni sporchi.
«Nooo!» si gettò in ginocchio «Non è … non è possibile. No. No. Non può essere vero! Io sono un diavolo di maggiordomo! Loro sono dei pivelli! Come hanno potuto battere me, il maggiordomo perfetto? Come hanno potuto finire di lavare i panni per primi? Noooo!» urlò, quasi, e dico quasi, singhiozzando con la testa reclinata verso il soffitto.
La servitù si avvicinò a Sebastian.
«Sebastian-san …» mormorarono i tre, all’unisono, dispiacenti.   
«L-lasciatemi solo!»
«Ma non starà esagerando un pò?» sussurrò Bard ai due «Cioè, abbiamo ancora trecentossessantatre prove con cui possiamo rifarci. Secondo me è tutta scena»
«Come sei cattivo!» esclamò Meirin «Secondo me Sebastian ci teneva. È tutta colpa nostra!»
«Tehe!» urlò Finnian sorridendo, con una mano dietro la testa «Mia e di Bard no. Noi non abbiamo partecipato, e poi non ha fatto lavorare neanche te, non  come si dovrebbe far fare a uno della servitù. Secondo me, quelli sono più bravi»
«Non dire idiozie» lo interruppe il cuoco, con fare sapiente «È solo che Sebastian non ci fa fare mai i nostri ruoli, altrimenti avremmo vinto!»
«Già!»
«Giò! Volevo dire già!»
Sebastian si rialzò fluidamente, con eleganza. Poi, freddamente, disse «Guardate che vi sento».
I tre diventarono statue di sale. Poi risuscitarono e fuggirono via urlando.
Walter saltellava di emozione e Seras non capiva, come al solito, niente
«Niente panni?»
«Niente panni» fece lui, sorridendo mentre saltellava, con i ciuffi da maggiordomo che saltellavano con lui
«Uhm» disse lei, guardando il giovanotto (per così dire) che faceva quello strano movimento «Waltah-san?»
«Si?»
«Perché salti?»
«Abbiamo vinto! Ci basterà stirare quelli che sono già stesi in terrazza, cosa che faremo tutti e quattro velocemente, e poi abbiamo vinto!»
«Davvero?!» gli occhi della vampira acquistarono una scintilla di consapevolezza per la prima volta da quando era finita completamente la vicenda della guerra «Abbiamo vinto … vado a dirlo al Mastah!» e detto questo corse da Alucard, mentre il maggiordomo dell’Hellsing iniziava a cantare a squarciagola le canzoni di Mika, improvvisando un complicato balletto di vittoria sulle note di “Kick ass” (We are young, we are strong!) davanti a un incredulo Sebastian.
«Mastaaah!» Disse la disastrosa morta (e poi dicono che i morti non sono pericolosi) percorrendo a tutta velocità i corridoi e scontrandosi con lui.
«Mastah! Ti ho trovato!»
«Fammi passare!» ribatté lui , tentando di andare e compiere il suo incarico, seppure ostacolato
«No, Mastah!» fece sorridendo, e oscillando come un pendolo «Non andare!»
«Stai cercando di farci perdere?» gli ringhiò
«Non posso»
«Non puoi provare a farci perdere o non puoi proprio farci perdere?»
«Farci perdere» disse Seras, mentre finalmente il Nosferatu la spingeva di lato e ripartiva a tutta velocità.
Seras lo guardo scomparire per il corridoio.
«Mastah».
Così, senza un vero motivo.   
Nel frattempo Alucard era estremamente stupito nel vedere un Walter che ballava e cantava “Kick ass” e Sebastian che, per così dire, singhiozzava argentinamente.
«Walter?»
«Si?» fece il maggiordomo, interrompendo il balletto «Abbiamo vinto!»
«Abbiamo vinto, Mastah!» fece Seras che li aveva raggiunti «Per questo non posso farci perdere!»
«Abbiamo perso» sospirò Sebastian, sciogliendosi per terra teatralmente.
«Mastah!» esclamò Seras, perché oggi era proprio in vena di intuizione geniali (geniali per la sua media)
«E il Mastah? Mastah, il Mastah! Mastah, se non avverti il Mastah, il Mastah ti ammazza, Mastah! Mastaah!».
Perché era, si, in vena di intuizioni geniali, ma  ciò non significava mica che aveva imparato ad esprimersi.
«Già, il Mastah! Volevo dire, il Master!» Disse Alucard, dandosi una pacca sulla fronte come a dire “non ci avevo pensato!” «Vado!».
Il vampiro in rosso sparì per il corridoio
«Allora. Io sono Seras Victoria, detta Police Girl. Tu chi sei?» disse, porgendo la mano a Walter.
Così, senza un vero motivo.
E dopo dieci minuti, terminato l’alacre lavoro di stiratura (beh, eccetto per quanto riguarda il buco fumante procurato in un paio di pantaloni da Alucard) erano tutti riuniti nella grande sala principale e il tabellone luminoso segnava un risultato chiarissimo:
Hellsing – 7 punti.
Phantomhive – 2 punti.
Sebastian stava per mettersi a piangere. Anche perché Ciel continuava a picchiarlo su un occhio con il bastone da passeggio a chiocciola.

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